Il cancro al pancreas
Il cancro al pancreas o adenocarcinoma pancreatico rappresenta circa il 2 % dei casi di cancro (1) ma è caratterizzato da un’elevata mortalità dovuta a diagnosi tardive. Il cancro al pancreas in quanto asintomatico all’inizio, viene spesso individuato nel suo stadio di avanzamento inoltrato in cui le scelte terapeutiche limitate riducono sensibilmente le possibilità di sopravvivere oltre cinque anni. L’incidenza del cancro al pancreas, ossia il numero di nuovi casi annui è in aumento su scala mondiale (2,3).
L’adenocarcinoma duttale pancreatico è la forma più diffusa del cancro al pancreas (circa il 90 %) e colpisce le cellule esocrine del pancreas, cellule che producono enzimi e succhi digestivi (1). Ogni anno, quasi 500 000 nuovi casi sono diagnosticati nel mondo et oltre 450 000 persone decedono in seguito ad un adenocarcinoma duttale pancreatico (3). Proiezioni basate su dati del cancro al pancreas negli Stati Uniti lasciano intuire che potrebbe diventare una delle prime cause di decesso nel prossimo decennio (4,5) indipendentemente dal tipo di cancro.
L’importanza della diagnosi precoce
Nonostante la prognosi di vita sia ben migliore quando il cancro al pancreas viene diagnosticato allo stato iniziale, essa rappresenta soltanto una minima parte dei nuovi casi quasi sempre diagnosticati in fase molto più avanzata. Visto la tarda manifestazione dei sintomi, i quali non sono specifici del cancro al pancreas, la strategia per anticipare la malattia con una diagnosi precoce consiste nell’individuare e tenere sotto stretta sorveglianza i pazienti soggetti a fattori di rischio come la presenza di questo cancro nell’ambito famigliare, i fattori genetici, il diabete, la pancreatite cronica e in modo più generico l’obesità, il tabagismo e anche l’alcol (3). Formulata la diagnosi, il marcatore CA19-9 viene utilizzato per monitorare il cancro al pancreas perché è una proteina associata a cellule cancerogeni ma non essendo specifico per questo tipo di cancro, non può essere utilizzato da solo per scopi diagnostici (6).
Un’altra via diagnostica è quella del microbiota che potrebbe rappresentare un biomarcatore molto più sicuro di tutte le tecniche impiegate fino ad oggi per individuare il cancro al pancreas.
Il microbiota
Uno studio di metagenomica (analisi del microbiota tramite sequenziamento genetico) condotto da un lato su un gruppo di pazienti appena diagnosticati senza aver ricevuto alcun trattamento e dall’altro su soggetti di controllo (sani), ha rivelato 27 specie microbiche fecali che potrebbero essere mirate e quantificate come marcatori diagnostici dell’adenocarcinoma duttale pancreatico associato al marcatore CA19-9. Questa firma microbica caratterizzata tra l’altro dall’aumento dei Veillonella, Streptococcus e Akkermensia, rimane stabile durante i vari stadi del cancro (2). D’altro canto, uno studio simile ha evidenziato 30 specie del microbiota intestinale e 18 del microbiota orale collegati all’adenocarcinoma duttale pancreatico con nella maggior parte dei casi un aumento degli Streptococcus e dei Veillonella e una diminuzione dei Faecalibacterium prausnitzii (7).
Questi studi aprono vie promettenti per quanto riguarda la diagnosi precoce del cancro al pancreas e permetterebbero di migliorare drasticamente le aspettative di sopravvivenza.
Il microbiota, un percorso di cura?
Il microbiota intestinale è stato identificato come fattore influente nella risposta ai trattamenti di chemioterapia e d’immunoterapia per altri tipi di cancro come quello del polmone e dei melanomi perché partecipa al funzionamento del sistema immunitario, il che spiegherebbe in parte perché certi pazienti rispondano meglio di altri ai trattamenti (8-10).
Le probabilità di sopravvivere oltre cinque anni sono molto basse per i pazienti affetti da un adenocarcinoma duttale pancreatico. Alcuni però sopravvivono più a lungo e i ricercatori si sono concentrati sulle differenze dei microbioti tra questi due gruppi di persone. Analizzando il microbiota dei tumori legato al microbiota intestinale, hanno scoperto una firma microbica nei pazienti sopravvissuti oltre cinque anni dalla diagnosi. Questa firma, composta da Pseudoxanthomonas, Streptomyces, Saccharopolyspora e da Bacillus clausii si distingue con una diversità maggiore di specie in confronto ai pazienti non sopravvissuti oltre cinque anni dopo la loro diagnosi. Questi stessi ricercatori hanno sfruttato questa scoperta riuscendo poi a modulare la crescita del tumore nei topi tramite trapianto del microbiota fecale dei sopravvissuti a lungo termine (> 5 anni) al cancro del pancreas (11).
Tutte queste ricerche evidenziano futuri utilizzi che potrebbe ricoprire il microbiota sia come strumento diagnostico ma anche nel trattamento per migliorare la prognosi dei pazienti.
Redatto da Laurence Sénéchal-Chevallier (Traduzione Laura Boursier)
Referenze
1. Département Prévention Cancer Environnement, Centre Léon Bérard. Cancer du pancréas et facteurs de risque. https://www.cancer-environnement.fr/fiches/cancers/cancer-du-pancreas/ (2022).
2. Kartal, E. et al. A faecal microbiota signature with high specificity for pancreatic cancer. Gut 71, 1359–1372 (2022).
3. Ushio, J. et al. Pancreatic Ductal Adenocarcinoma: Epidemiology and Risk Factors. Diagnostics 11, 562 (2021).
4. Rahib, L. et al. Projecting Cancer Incidence and Deaths to 2030: The Unexpected Burden of Thyroid, Liver, and Pancreas Cancers in the United States. Cancer Research 74, 2913–2921 (2014).
5. Siegel, R. L., Miller, K. D. & Jemal, A. Cancer statistics, 2019. CA: A Cancer Journal for Clinicians 69, 7–34 (2019).
6. Lee, S. Antigène carbohydrate 19-9 (CA 19-9). Société canadienne du cancer https://cancer.ca/fr/treatments/tests-and-procedures/carbohydrate-antigen-19-9-ca-19-9.
7. Nagata, N. et al. Metagenomic Identification of Microbial Signatures Predicting Pancreatic Cancer From a Multinational Study. Gastroenterology 163, 222–238 (2022).
8. Routy, B. et al. Gut microbiome influences efficacy of PD-1–based immunotherapy against epithelial tumors. Science 359, 91–97 (2018).
9. Matson, V. et al. The commensal microbiome is associated with anti–PD-1 efficacy in metastatic melanoma patients. Science 359, 104–108 (2018).
10. Gopalakrishnan, V. et al. Gut microbiome modulates response to anti–PD-1 immunotherapy in melanoma patients. Science 359, 97–103 (2018).
11. Riquelme, E. et al. Tumor Microbiome Diversity and Composition Influence Pancreatic Cancer Outcomes. Cell 178, 795-806.e12 (2019).